Fuori Diario


Regalo di fine anno da parte delle Chicche. Non ve lo aspettavate eh? Imprevedibili come il 2020, ma più belle. Un recap breve, per salutarvi e raccontarci a conti fatti.

Le Chicche

COME IL BASILICO - Più che una pagina di diario è una nota salvata sul telefono, di quelle che scrivi il 31 dicembre e poi copi come caption sotto qualche foto su Instagram. No retorica e no banalità - ma questo, chi mi conosce già lo sa. La Juve non sta giocando un buon campionato, Pirlo ha bisogno di tempo, quest’anno non ho viaggiato come avrei voluto e ho letto meno libri di quanti ne abbia letti Gloria. Ho fatto dei giri in Vespa, giocato meno partite a tennis ma ho corso di più e ad un buon ritmo. Silvia Romano è stata liberata ma ancora faccio difficoltà a rapportarmi con l’odio. Non mi sento brava, nemmeno migliore. A un certo punto, ad Aprile per la precisione, ho sentito la fatica di non aver la situazione sotto controllo. “Step by step” - mi ripetevo: “Step by step”. Che brutto saperci zona rossa ma che bello quell’arcobaleno su San Lorenzo. Forza, tenacia, abnegazione, senso di comunità: siamo migliori di ciò che pensiamo. Mi spiace per quelli che non ci credono.

Serena Williams non ha vinto il 23esimo slam ma Nadal ha fatto 13 sulla terra rossa, io ho un nuovo lavoro che mi incuriosisce e dà ossigeno ai miei polmoni e vivo da sola, in 50mq con le mie spalle grandi, ché poi grandi non lo sono per niente ma mi bastano per sentirmi al sicuro. Il design di interni continua ad appassionarmi e non ho mai smesso di chiedermi e di chiedere, di far domande e di dare risposte, anche quando non le avevo nelle tasche del mio Barbour.

Ene resta una delle persone che mi fanno più ridere in questo scampolo di mondo e che mi ricorda di essere leggeri per non annegare nella pesantezza delle opinioni vuote di chi si prende troppo sul serio. In realtà non lo odio il 2020 però sicuramente me lo ricorderò.

Scorrendo il mio Google Foto mi sembra di vedere il mio RVM (reference ad Amici di nostra signora della televisione italiana): ho surfato per la prima volta, toccato il punto più basso del cielo europeo, imparato a giocare a scacchi (no, non ho visto la serie su Netflix) fotografato le strade prospettiche della piana e soprattutto non mi sono mai ustionata la pelle per via del sole. Ah, ho scritto un diario con le Chicche ché son super per davvero ma dovreste averlo letto. E me ne sto qui, tra i miei vestiti che non cambiarei a ripetere a tutti “ma lo sai che”, mentre bevo l’ennesima tazza di tè senza zucchero.

Buon ultimo giorno dell’anno e... Augurissimi dalla me polemica, furiosa, scomposta, sorridente, grata, entusiasta e curiosa. Prendetevi cura dell’albero che è in voi: innaffiate la vostra anima (e anche il basilico, sennò si secca).

S. UN SALUTO ALLA STORIA - Io che faccio il riassunto del 2020: il 2019 è stato.... No scherzo raga, ricominciamo. Senza retorica. Il 2020 ha tirato i miei nervi tipo quando cambio le corde alla chitarra: in pratica non sono capace, e alla fine stringi, stringi, stringi, peeem. Zompano. Ho avuto picchi di stress, che nemmeno Dario coi pacchi a Amazon quando c'è il blackfriday. Ho perso l'equilibrio: stando alle volte che ho detto basta me ne vado, ad oggi dovrei essere una pendolare tra casa mia e la casa accanto a casa. Ma non è stata solo colpa del lockdown: la campagna elettorale, e gli incontri pre-elezioni quando la quarantena era finita, c'hanno messo il carico da 90. Poi la mazzata finale è arrivata in autunno: vai a reperire i dati di 112 province dal 1992 a oggi per capire se gli elettori di scambio sono di destra o di sinistra. Insomma, se mi tocchi prendi la scossa come quando apri lo sportello della macchina. Sapete che ho paura di quest'ultimo giorno dell'anno? Da una parte mi sento leggera, della serie "daje che l'abbiamo sfangata". Dall'altra, altro proverbio, "u più brutto scorticà è la coda" che tradotto means: il peggio arriva sempre alla fine. Non so, una bomba nucleare? Un asteroide che cade giù al campo della Mola? La nevicata del 56? Speriamo bene. Vi ricordate quando ho detto che sono ottimista di natura e che non potrei mai concludere una storia o un messaggio in negativo? Bene, nulla è cambiato. Infatti, in tutta sincerità non posso lamentarmi: non ho avuto il covid, nessuno dei miei cari è stato contagiato. Sono una privilegiata. E poi, quante cose sono cambiate. E cambiamento è vita. Da studentessa in doppia, ricatapultata a casa, ma poi uni finita, laurea in arrivo e cazzo, elezioni vinte. Per di più ora posso firmare ordinanze, e ho più probabilità di andare in galera. Ma per adesso, ci sguazzo bene nei panni di vice-sindaco, anche perché il mio sindaco è davvero il mio. Il momento più bello? Dire aver vinto sarebbe troppo banale. Quello più bello veramente, senza sconfitti, è stato celebrare un matrimonio, il matrimonio di Daniele e Lucina. Come dissi nel discorso, in questi tempi di distanze è magnifico essere artefici di unioni. Il 2020 mi ha portato persone, ne ha scolorito alcune e riscoperto altre, le chicche. Amiche mie, è stato come tornare ai tempi del liceo, e sui banchi trovarci donne. È stupendo esserci allineate di nuovo sulla stessa lunghezza d'onda. Per deformazione professionale, il 2020 lo concludo con un pareggio di bilancio. Non posso dire in positivo, perché da cittadina del mondo, il dolore è stato troppo grande e perché sono stata troppo sull'orlo del precipizio. Ma neanche negativo, perché ho più responsabilità e questo vuol dire crescere. Tanto è entrato, tanto è uscito. Nessun avanzo, nessun disavanzo. 2020 sei stato funesto, ma emozionante. Occhi puntati al 2021. Un saluto alla storia. Felice anno nuovo, a tutti. E. 2020 MEMORABILE DA DIMENTICARE? - Le Chicche hanno avuto una delle loro idee brillanti alle 10:27 del 31 dicembre 2020, quando ancora non ho finito di bere il caffè e propongono di scrivere un diario delle chicche per l’ultimo dell’anno. La mia risposta? Che diti al culo che siete! Però come dice E. “lo so che in fondo al cuore vi va” e mi metto a scrivere, un po' nostalgica, questa volta non dal mio posto sicuro dove in quarantena andavo a rifugiarmi ogni giorno, perché fa freddo e la mia carriera da sportiva è decisamente sfumata (non appena è finito il lockdown, come previsto). E mi fa strano tornare a scrivere, sono un po' arrugginita. Facciamo un bilancio di questo memorabile 2020 (da dimenticare? Lo scopriremo alla fine). Il 2020 è stato un anno importante per tutti, ma soprattutto per me. Avevo degli obiettivi: laurearmi, godermi l’estate, e trasferirmi a Bologna. 1. LA BATOSTA 13 marzo prevista laurea in presenza. Il 10 marzo che succede? L’Italia è bloccata. Beh che dire, cominciamo bene. Sono sconfortata, frustrata, non riesco a realizzare: così vicina al traguardo, e il coronavirus blocca il mondo (manco a fa così però). 2. L’ACCETTAZIONE Il tempo passa, siamo tutti chiusi in casa, e con le chicche scriviamo questo diario di quarantena, che ci ha salvato davvero. Ci ha riavvicinato, unito, fatto divertire e pensare, tanto. Ci siamo tenute occupate, e abbiamo occupato le giornate di molti di voi. Abbiamo sempre tenuto l’umore alto, un po' per noi ma soprattutto per voi, abbiamo avuto momenti di sconforto (tanti mental breakdown: me che ballo la tecno sotto la pioggia memorabile). Ma se ripenso alla quarantena, per me è stata uno spasso, quasi la rifarei (no scherzo). Non sono mai stata così attiva: passeggiate, pizze, lieviti madre, canti, balli e tanto altro. Ah e alla fine mi sono anche laureata, quella si che è una giornata da dimenticare. 3. LIBERTÀ Scorro nella mia galleria, e il 20 maggio trovo la foto di un cappuccino d’asporto. Foto iconica, ero così felice. Finalmente possiamo tornare a vivere, finalmente possiamo goderci l’estate, il sole, il mare, le mascherine, le ordinanze, noi che non ci capiamo niente, la folla sul lungofiume. Ma quest’estate alla fine me la sono goduta, a un certo punto è come se il covid in un certo senso non fosse mai esistito. Me la sono suonata e cantata, ho rivisto le mie amiche dell’università dopo mesi, tra pallotte cace ove e panzerotti: non potevo desiderare vacanza migliore. 4. LA GUFATA Inizio a insospettirmi, sta andando tutto troppo bene e a breve si va a Bologna, c’è qualcosa che non quadra. Tac, rimediamo subito, incidente. È andata bene, per fortuna, e mi riprendo in fretta perché Bologna mi aspetta. 5. FINALMENTE BOLOGNA Arriva il momento tanto atteso, passo il test d’ingresso, trovo casa (in mezza giornata amici, in mezza giornata) e inizio a vivere questa magica città insieme alla mia guida, la mia cara amica Alina. Felice è dir poco, è tutto nuovo, tutto da scrivere, ora sta a me. 6. ARIECCOLO Quando sembrava andare tutto liscio, è tornata la merda, più forte di prima. Zone rosse, gialle, blu, non si capisce più niente. Nel dubbio studio, ogni tanto qualche bottiglia di vino (mi sono evoluta), buon cibo e giochi da tavola con i miei coinquilini e compagni di università. Bologna non la sto vivendo quasi per niente, e mi rode, ma passerà tutto e ci sarà tempo per vivere e divertirsi. Ogni tanto ho dei momenti di sconforto, mi sento sola, ho paura di tutto quello che sta per succedere, gli esami, l’ansia, l’ansia. Ma sento che mi sto fortificando, e questa cosa mi piace. 7. IL PUNTO DELLA SITUAZIONE Ricapitolando: la laurea l’ho presa, l’estate me la so' goduta, trasferimme me so trasferita. I miei obiettivi li ho raggiunti, non come avrei voluto magari, ma l’importante è arrivare. RINGRAZIAMENTI Visto che alla laurea non li ho fatti, li faccio ora. Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta Vorrei ringraziare di cuore tutte le persone che mi sono state accanto, fisicamente e non, in questo percorso a ostacoli, siete stati indispensabili. Primi fra tutti i miei genitori, avete creduto in me più di quanto io stessa potessi fare, spero un giorno di potervi ripagare, e vi prometto di essere un po' più affettuosa, ve lo meritate. Ringrazio le mie sorelle, mi fate un po' arrabbiare ma senza di voi non sarei quella che sono. Ringrazio i miei nonni, spero di rendervi sempre orgogliosi di me. Ringrazio le Chicche, per avermi supportato e sopportato sempre, con i miei alti e bassi, siete state, siete preziose. Ringrazio Eleni e Maria, con voi tutto è stato più “sopportabile”, l’università è stata bella con voi, e ho scoperto che anche da grandi si possono trovare delle amiche vere. Ringrazio di cuore Alina, la mia compagna di sventure, con te a Bologna è stato tutto più bello, mi dai tanta forza. Ringrazio me stessa, perché alla fine ce l’ho fatta.

E a sto 2021 glie famo er culo! C.

RIPARTIAMO DA QUA - È stato un anno incredibile, assurdo e scrivere queste pagine mi riporta indietro a qualche mese fa, quando le mie giornate erano quasi totalmente ed esclusivamente occupate dallo stare davanti al pc per le lezioni e il diario era forse l'unica valvola di sfogo. Come tutti anche io ho sentito il peso del ritrovarmi costretta in casa per tutto il tempo, lo avrete notato se avete letto i miei scleri. Ma come ho già detto penso di essere tra i fortunati. Perché quando avevo bisogno di stare da sola, pur non avendo una camera tutta per me, potevo isolarmi, andare su nell'orto e godere della primavera in arrivo (se ci fossero state le temperature attuali non so come avrei fatto). Poi l'estate: abbiamo tirato un sospiro di sollievo, ma presto siamo stati ricatapultati pressoché nella stessa situazione. E ora è arrivato il momento di salutarlo sto 2020 maledetto. Via con la lista dei buoni propositi, i ricordi nelle ig stories e quant'altro. Questa giornata, l'ultimo dell'anno intendo, è sempre stata per me un momento da condividere ma anche un'occasione per riflettere su quello che è stato. "Sfogliare" gli album di foto sul cellulare per rivivere e ricordare i momenti felici, quelli che hai immortalato senza pensarci. Sta volta però tirare le somme non è stato facile. Ho cercato di farlo ieri sera in videocall con le Chicche, così su due piedi e è venuto fuori che la quarantena paradossalmente ci ha riunito, come prima, più di prima. Ma ora non voglio fare un resoconto di questo 2020, di quello che è o non è successo. Perché mi prende un po' di malinconia. Piuttosto mi sento di ringraziare le persone che amo che nei momenti più bui non hanno perso l'occasione per regalarmi il loro tempo e inconsapevolmente hanno contribuito a farmi stare bene. Spero che ognuno di loro abbia avuto questa stessa fortuna. L'empatia, la gentilezza e il rispetto per gli altri ci aiuteranno, dovranno essere la normalità e non qualcosa per cui meravigliarci. Lavorare su noi stessi: ripartiamo da qua. Che il 2021 sia un anno di bellezza e serenità per tutti.

B.


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