Diario di quarantena - Giorno 19
I miei idoli in un unico post: dal Cicolano alla Sabina. Le penne più autorevoli della provincia reatina hanno riempito oggi, le pagine del nostro diario. Una delle due non si firma: chissà se Elena Ferrante abita a Montenero.
Da qualche parte, 28 Marzo 2020
PANICO DA FOGLIO BIANCO
La conoscete l’ansia di non riuscire a scrivere nulla, di sbagliare traccia, di andare fuori tema? Se avete annuito mentre leggevate la domanda allora siete ansiosi al 100%, proprio come me; se invece non conoscete questa emozione legata a mettere nero su bianco pensieri, idee e sensazioni, buon per voi.
Ricordo ancora il primo compito in classe di italiano alle superiori, la traccia era: violenza nelle mura domestiche. In quel periodo nei Tg e nei giornali non si parlava altro che del delitto di Avetrana. E che fai? Due paroline su Sarah Scazzi (pace all’anima sua) non le dici? Risultato: 4, fuori tema. Che colpo ragazzi! Non avevo mai preso un’insufficienza fino ad allora.
Questa volta però, non c’è pericolo, non c’è una penna rossa a giudicarmi, né tanto meno uno stupido voto, ma soprattutto il tema è libero. “Acclamano la tua partecipazione al diario” mi dice Bea. E bene, dopo averle ribadito i 50€ per la mia partnership, ho deciso di accettare.
Un’idea meravigliosa questo diario, un appuntamento fisso, la sera attendo sempre di leggere ciò che hanno da dire le Chicche.
Innanzitutto mi presento: prossima candidata a diventare Premier, ma che dico? Quando si sogna ragazzi, lo si deve fare in grande, altrimenti che gusto c’è?
E allora rifacciamo. Mi presento: prossima Presidentessa degli Stati Uniti (d’America, non del Cicolano: già mi vedo nella stanza ovale della Casa Bianca con Trump che mi fa la manicure), 23 anni (bucio de culo, direbbero, ma a come s’è messa la situazione non aggiungerei nulla dopo i 23 anni), BSI (sembrerebbe un disturbo ma in realtà sta per: Bella, Simpatica e Intelligente).
Il tema allora lo scelgo io: la giornata di una First Lady in clausura (peccato che le monache la clausura l’hanno scelta, la First Lady in questione, come tutti voi, NO).
Sveglia ore 7:00, né un minuto in più né uno in meno. Vi chiederete il perché. Beh, ragazzi, aggiornatevi. Alle ore 7:00 Papa Francesco dice la messa, io invece, nel mio letto, la dico al contrario. La mia coinquilina, 78 primavere e 1.50m di dolcezza, non può perdere assolutamente l’appuntamento con il Papa. Qui la domanda sorge spontanea: France’, non te puoi fa un’altra oretta de sonno e dire la messa più tardi?
Prego al calduccio affinché l’omelia finisca presto per tornare a dormire, ma appena richiudo gli occhi, suona la sveglia. Che orrore! Non esiste una suoneria che ti svegli senza farti girare le palle? Probabilmente no, ma confido nella tecnologia. Mi alzo, già frastornata. Esco dalla mia camera e taaaac: finestre aperte e tutto a corrente. La Siberia in confronto è Palm Springs.
Con queste premesse la giornata parte inevitabilmente male.
Faccio colazione: fette biscottate con marmellata rigorosamente alle fragole e latte schiumato, facendo attenzione a non far bollire il latte perché sennò si crea quella patina che dà fastidio. Sigaretta. Doccia, denti, e si parte (per dove?). Generalmente la mattina studio, o almeno ci provo.
Verso mezzogiorno e mezzo mi metto ai fornelli, sperimentando nuove ricette. Se solo Cannavacciuolo assaggiasse i miei manicaretti, dovrebbero allarga’ le porte del treno per farlo tornare a Napoli.
Diciamocelo, tutti in questo periodo ci sentiamo un po’ chef; tanto quest’anno niente prova costume, al massimo possiamo aspirare alla prova del cuoco. Dopo pranzo, trovo ogni scusa per cazzeggiare. Il telefono prima o poi lo fondo.
Nota positiva della quarantena: ho finalmente alzato il culo dal divano e ho riscoperto il tapis-roulant sotto 4 dita di polvere. Di solito gli attrezzi per la palestra li uso come appendipanni.
Doccetta post workout (così lo definiscono gli influencer) e poi merenda: ho comprato certe fragole al supermercato talmente OGM che, in confronto, la pecora Dolly sembra che sia stata rubata dal gregge de zi’ Vittorio.
Ogni giorno, inevitabilmente, arriva l’ora del karaoke con mia cugina. Quanto ci sfoghiamo solo Dio lo sa. La nostra canzone preferita è “I nostri anni - Tommaso Paradiso” (che anni di merda però Tomma’!). Dopo il momento di sfogo o ci buttiamo su qualche film oppure ci buttiamo dal balcone. No scherzo, non ci buttiamo solo perché stiamo al primo piano.
Cena. Videochiamate.
Ho sempre odiato parlare al telefono ma in una situazione del genere, mi piace assai. Faccio e facciamo videochiamate per accorciare le distanze, per sentirci e vederci più vicini. La tecnologia ha distrutto i rapporti umani, ha allontanato le persone, ma in questo momento è l’unico filo rosso che permette di sentire la vicinanza di parenti e amici. Mi manca tutto. Mi mancano tutti. Mi manca la libertà, il poter decidere di non uscire, gli aperitivi, le cene fuori, le serate, la scoletta. Mi manca il lamentarmi del nulla, mi manca perfino litigare con mamma e papà.
“Stemo alla prigionìa” (trad. stiamo in prigione) dice in continuazione la mia coinquilina. Cerco di tranquillizzarla ma le mento, indubbiamente. Il peggio deve ancora arrivare. Un mio amico mi ha detto: “passata ‘sta pandemia ci dobbiamo rivende pure il girocollo del battesimo” e ragazzi miei, non lo escludo. Del risvolto economico poi ne parleremo un’altra volta, ché già mi sono dilungata troppo. Fortuna che avevo il panico da foglio bianco!
Prima di inviare ciò che ho scritto a Bea, leggo il tutto a mia nonna: “simbri ‘na deputata” (trad. sembri una deputata).
Perfetto, ho la sua approvazione.
Presto sarò First Lady.
L.D.F.
DIARIO DI QUARANTENA DI UNA SINGLE
Ieri in tarda mattinata vengo contattata dalla "Redazione delle Chicche"che mi propone un cameo alla stesura del loro "Diario di Quarantena" e, dal momento che mi sono autoproclamata Chicca Senior, ho deciso di non tirarmi indietro e apportare il mio piccolo contributo. "Tematica?" "Scrivi quello che ti pare,tema libero" mi dicono. Ma di cosa potrei parlare? D'altronde la mia detenzione domiciliare è abbastanza noiosa: in casa pigiama sempre addosso, a lavoro costantemente in tuta e il resto del tempo trascorso tra tv e alterchi con mio padre, mio unico rapporto sociale costante da un mese a questa parte.
Al che mi sono detta ”in un periodo storico in cui lo scenario che ci si presenta risulta così drammatico e pesante,tratta di una tematica leggera” e, prendendo spunto da un articolo letto qualche giorno fa su Internet, ho deciso di imbattermi su quello che intitolerei "Diario di quarantena di una single".
Leggevo che in Italia ci sono 8,5 milioni di single attualmente costretti alla reclusione forzata in casa e chi meglio di me, data la medesima condizione, potrebbe parlare di questo! Magari una sorta di Carrie Bradshaw alla "paesana" attraverso la cui penna si racconta lo status di single in tempi di Covid-19.
Certo il paragone è poco calzante e impietoso: la city ci è stata vietata e il sex, per carità, chi ne parla più da tempo!
E se anche la convivenza forzata di coppia rimane comunque una quarantena, parliamoci chiaro la quarantena di noi poveri single è una quarantena nella quarantena e in molte come me avranno visto nei decreti di Conte il procrastinarsi del nostro essere zitelle. Le restrizioni oggi in vigore che certo tutelano la salute del popolo italiano fanno però da contraltare all'annullamento di tutti i nostri rapporti sociali, non solo rendendo ancora più eroica la ricerca di uno pseudo fidanzato, ma mettendo all'angolo i nostri punti di riferimento nella sfera affettiva.
Pensate a me ad esempio, che rispecchio appieno il prototipo della single over 30: è circa un mese che non metto il naso fuori dal mio comune di appartenenza e la mia rete sociale si limita, per via delle esigenze a cui noi tutti siamo stati chiamati, entro le mura del mio paesello, 300 anime di cui una gran fetta fatta di ultra 70enni.
Decreto dopo decreto, ci siamo visti poco a poco privare di quello che fino a poco tempo fa ritenevamo la normalità: veto all'aperitivo, alle cene fuori con gli amici, alla movida del sabato sera, insomma abbiamo visto abbassare la saracinesca sulla nostra vita sociale e su tutti quei posti che potevamo definire come papabili territori di caccia.
Nella migliore delle ipotesi credo che questo stato di emergenza perdurerà ahimè ancora qualche tempo ma oggi, se devo fare delle premature riflessioni, ammonisco quella che molte tv hanno definito "la fantasia degli italiani".
Canzoni dai balconi, aperitivi in videochat e la sponsorizzazione delle velleità tra i fornelli sui social sono certo gli escamotage che permettono di reinventare il nostro modo di fare e di essere.
Ma io sono vecchio stampo e auspico al ritorno dei tempi che furono: le canzoni le voglio tornare a cantare ad un concerto, non fuori dalla finestra; gli aperitivi li voglio tornare a fare con gli amici in carne ed ossa, non filtrati sullo schermo di uno smartphone in cui devi rischiare lo screenshot quando sei struccata e con la vestaglia di nonna; la nouvelle cousine la voglio assaporare al ristorante, non tramite un post su Instagram; e allo stesso modo, la ricerca di un ipotetico ragazzo (che già era ardimentosa in tempi di pace), la vorrei non facendo una selezione su Tinder... che vabba' che di questi tempi bisogna puntare tutto sulla sponsorizzazione del profilo, ma nn troppo.
Il divieto di uscire e di incontrare gli altri ci fa attendere con ansia il giorno in cui potremo tornare al bar, vedere gli amici,conoscerne di nuovi,mettere da parte il telefono per guardarci negli occhi,ridere senza paura delle goccioline che schizzano infettandoci,tornare a vivere e magari innamorarci.
Nel frattempo fiduciosa che questo periodo passi in fretta, da buona zitella, per ammazzare il tempo, vado a mettere a posto l'armadio che ogni tanto fa saltare fuori qualche pezzo del corredo che mia nonna mi ha lasciato speranzosa lo usassi per un improbabile matrimonio.
Vai a sape' che ci sarebbe stata pure una pestilenza!😥
#IoRestoACasa ma ricordatevi che sono single.
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