Diario di quarantena - Giorno 50
Le Chicche tornano a scrivere al giorno 50. Scusate l'assenza, stavano elaborando la fase 2.
Da qualche parte, 28 Aprile 2020
CYCLETTE - Il cinquantesimo giorno di quarantena, fuori piove e quando fuori piove è il momento di fare tutte quelle cose che non avresti voglia di fare quando il sole splende alto nel cielo. Così, la corsa di ieri, la sostituisco con la cyclette in casa, il sonnellino pomeridiano con una sessione di studio e poi oggi, l’aperitivo lo faccio in tinello.
Ho la radio accesa mentre scrivo questa pagina di diaro; RadioDeejay sta passando “Capita così” di Brunori Sas:
“Perché capita così ma non eri tu che il bello della vita. È riuscire a rientrare in partita, quando sembra finita. Me l'hai insegnato tu, che la felicità non è una colpa e che puoi tornare a ridere ancora, ancora una volta”
E basta un attimo e la gioia inganna di nuovo il cuore, sembra quasi un miracolo ma è vero che capita così. Bisogna solo farci caso mentre galleggiamo tra una fila al supermercato e un aperitivo con l’iPhone in mano. Molto spesso le cose sono più vicine di quanto appaiano, come scritto sull’adesivo dello specchietto dello Scarabeo. Non sempre serve correre: non è vero che la vita non aspetta. Trova tempo per guardare verso il tuo fianco perché se non vedi nessuno forse devi rallentare.
Vorrei essere capace di cogliere ogni singola opportunità che mi scivola davanti, per guardarla meglio e per imparare a guardare meglio. La velocità fa vedere le cose sbiadite, non rendere onore ai dettagli.
E mi fa sorridere scrivere questo in un momento storico che ci ha obbligato a fermarci, a fare i conti con noi stessi, con la persona e la personalità che stiamo accudendo. Mi viene da sorridere sì, la pandemia ha fermato anche me e mi ha relegato su una cyclette.
S.
CHI L'AVREBBE MAI DETTO - È un po’ che non scrivo, mi sento arrugginita, quasi come se stessi ripartendo da zero, ci provo..
E pure aprile è andato. Minchia, se mi guardo indietro non riesco a capire se il tempo è passato troppo velocemente o se si è fermato e non vuole più ripartire.
Sono un po’ confusa, sarà che a ridosso della benedetta fase 2 (dove ognuno di noi aveva riposto qualche speranza) mi rendo conto che la mia vita non cambierà molto, maledetti congiunti.
Oggi la pioggia non ha fermato la mia voglia di diventare una figa, e mi sono allenata in attesa che spiovesse, per la mia passeggiata. Chi l’avrebbe mai detto: io che non vedo l’ora di fare sport? Tre mesi fa non ci avrei creduto. Sono una persona nuova: pensate che sono appena fuggita di casa perché mamma sta preparando una montagna di supplì (chi mi conosce sa), occhio non vede cuore non duole.
In questi giorni mi è andata bene con le uscite, non mi posso lamentare. Venerdì sono andata dal dentista, certo, non è stata un’esperienza piacevole avere la bocca paralizzata dall’anestesia per tre ore, ma guidare fino a Rieti con la musica a tutto volume mi ha rimesso al mondo. Ieri sono andata a fare spesa ed ho persino fatto un aperitivo. Cioè si fa per dire, ovviamente l’aperitivo si è fatto su Skype ma lo era a tutti gli effetti: musica, cibo, la mia adorata Tennents (quanto mi eri mancata), e le Chicche, che volere di più? Mi sono resa conto che se lo si vuole possiamo trasformare una giornata noiosa di quarantena in una giornata fighissima: svegliarsi sapendo di avere una cosa nuova da fare, prepararsi, decidere cosa comprare, quasi non avere tempo per fare tutto senza arrivare in ritardo pure in quarantena. Quanto mi mancava! E mi ha fatto sentire un po’ meno inutile. Questa settimana ho un’altro aperitivo in programma (certo che se continuo così manco basta più camminata e allenamento). Purtroppo o per fortuna c’è ancora molto tempo, per lavorare sul nostro corpo e prendere quelle decisioni scomode che puntualmente rimandiamo perché tanto la quarantena è lunga. Finirà, e dobbiamo farci trovare pronti e combattivi. Nel mentre spero che i supplì li abbiano finiti, altrimenti sarà stata inutile la tristissima insalata mangiata a pranzo!
C.
ONOREVOLI COLLEGHI - Giorno 50. E. in polemica, e parecchio riflessiva. Ora, diciamo che per i miei standard ho resistito anche abbastanza senza cavilli e lamentele. Dopo il "mi tocca fare nomi e cognomi" avevo quasi creduto di poter diventare una bimba di Conte (anche se preferisco Sanchez..ehm) dati anche, diciamocelo, il carisma e la personalità che in quella conferenza stampa il nostro amato Giuseppe aveva elargito. E invece niente, non ce l'ho fatta. Perciò mesta e lesta me ne torno a puntare il dito e a trovare imprecisioni, non senza averci provato. Perché fino ad ora Giuse- ti ho difeso a spada tratta. Sappilo. Però come in tutti i rapporti di fiducia (non solo in quelli parlamento/governo), alla fine basta una questione fuori posto per addossare grandi responsabilità e far cadere mesi di relazione. Non mi ero illusa sulla fase due, non credevo che dal 4 maggio avrei potuto permettermi la vida loca, vestirmi di nuovo decentemente, andare da estetista e parrucchiera e via dicendo. Anche perché la situazione non mi sembra neanche così tanto rosea all'orizzonte. La questione di fiducia, da parlamentare o Bimba che pongo, riguarda la poca chiarezza, su quanto detto e scritto. Nonché, mi tocca dirlo, l'eccessiva deferenza nei confronti della sfera religiosa, per meglio dire cattolica. Che inizio a dubitare riguardi espressamente la spiritualità. E per finire, forse anche indirettamente collegata alla presunta cristianità dilagante, un atteggiamento anche un po' medievalistico. Date queste premesse (da rompiballe lo so, ma ci sto rimuginando sul serio da quando stamattina ho aperto gli occhi, o forse ancora meglio da ieri) cerco di spiegarmi anche io in breve. Altrimenti faccio la fine del dpcm.
Che cazzo vuol dire congiunto? I grandi interpreti da Palazzo Chigi poi hanno corretto affetto stabile. Ma io continuo a non capire. Si entra in una sfera emozionale, anche abbastanza poco quantificabile e classificabile per poter essere segnata da una croce su un'autocertificazione davanti a uno in divisa. In base a quale criterio, un affetto è stabile più di un altro? Niente, niente alla fine dovessimo mettere per iscritto la nostra vita sessuale, e testarne la regolarità col medesimo partner.
Seconda cosa, tolta la questione funerali, che è sacrosanta, Conte ha tenuto a precisare che il primo aspetto che avrebbe regolato in settimana sarebbe stato la libertà di culto. In sostanza raga, i primi assembramenti li famo in Chiesa. Forse mi sono persa qualcosa, ma davvero questo è un aspetto così rilevante per la maggior parte degli italiani? Cioè siamo tutti praticanti, e io non me ne ero accorta. Nel frattempo voi che vivete di sport, spettacolo, arte, mettetevi l'anima in pace. Al massimo mettete su un coro in parrocchia, fate sollevamento statue e dipingete qualche affresco.
E per finire, nel 2020 esistono ancora così tanti fidanzamenti ufficiali e relazioni stabili? Mah, secondo me neanche più su Facebook.
In tutto ciò Conte, si è anche vantato del fatto che tutti ci guardano come modello. Ma sto decreto, mi sa che non l'avevano ancora letto.
Sembra uno stato laico poco laico. Università, associazioni culturali, sport, teatri, partecipazione politica, contano comunque molto meno. Continuiamo a investire sull'investire, e su un posto in paradiso. Basta che l'economia non si fermi, e le intercessioni avvengano.
Sto in polemica, sì lo so. Forse è il tempo. Ma io la vedo scura. Infatti domani piove.
Intervento on. Rossetti concluso. Non ho sforato i 10 minuti, dai.
E.
VALIGIE E BILANCI - Giorno 50. Fa paura, porca miseria! Oggi avrei dovuto preparare la valigia. Era in programma una quattro giorni ad Amsterdam. 50 giorni fa era già tutto prenotato da tempo e non vedevo l’ora. Anche se breve, quella “vacanza” mi avrebbe ricaricato. Nel bel mezzo del secondo semestre, sarebbe stato un break perfetto. Mai avrei immaginato di dover annullare tutto. Non vi nascondo che all’inizio abbiamo rosicato. Alessandro forse anche di più visto che i biglietti erano il suo regalo di Natale per me. Ma era la cosa più giusta da fare e ci siamo detti che avremmo recuperato, che di tempo per fare cose ne avremmo avuto sicuramente. Abbiamo potuto spostare sia il volo che la prenotazione dell’albergo. Sì al prossimo anno, abbiamo aggiunto un giorno però. Dicevo, avrei dovuto preparare la valigia. Scegliere quale delle due paia di scarpe portare e togliere il superfluo per non sforare con il peso. Non sono mai stata capace, metto sempre troppa roba “per stare sicuri” e alla fine al momento di chiudere mi rendo conto di aver esagerato. Melius abundare quam deficere non vale in questo caso, al massimo puoi farlo con le mutande che non pesano molto. Oggi invece niente preparativi, ma la solita tiritera. Sveglia presto, lezione, pranzo al volo, studio (oggi per niente produttivo), ancora lezione fino alle 18, diario. Scrivo dalla mia postazione, disordinatissima tra l’altro, e penso che manca qualcosa in questa giornata. La merenda, ecco cosa manca. La faccio subito. A pancia piena si ragiona meglio, direbbero. Ma che ti vuoi ragiona!? Mi sono stufata di restare concentrata. È dalle 9 che sto davanti al pc, mo lo butto dalla finestra.
Voglio fare un resoconto delle cose che ho imparato. Ho imparato che per quanto io possa avere l’umore sotto i piedi, e in questi giorni è successo spesso, c’è sempre qualcuno pronto a farmi ridere, senza dovergli spiegare o chiedere nulla. Ho capito che sono brava a fare i dolci, oltre che a mangiarli. Se la mia carriera dovesse fallire ho un piano B. Ho capito che avere una camera tutta per te è fondamentale, per quando non vuoi vedere e sentire nessuno. E che la mia famiglia sa essere davvero fastidiosa se vuole. Ho imparato anche che le videochiamate fanno bene ma sicuramente non accorciano un bel niente. Ho imparato che l’ignoranza delle persone distrugge tutto e che quelli che danno giudizi a caso meritano la stessa approssimazione nella vita. Ho imparato che Facebook mi fa innervosire, anzi i commenti che leggo mi fanno innervosire. Ho imparato che se vuoi fare un puzzle da 1000 pezzi non ti puoi arrendere facilmente, anche se ogni tessera sembra uguale all’altra prima o poi tutte andranno al loro posto. Ho capito che la vita mi ha regalato delle persone meravigliose, ma anche delle grandissime teste di c***o. Per i primi 50 giorni è un bilancio davvero niente male.
B.
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