Diario di quarantena - Giorno 43
Appena nati ci manca la parola e possiamo solo immaginare cosa direbbero un paio di occhi innocenti da bambino.
Se nasce un bambino il cuore di mamma non sa parlare alla vista di essi. Possiamo solo immaginare e cercare di dargli tutti i mezzi possibili per farlo esprimere. Lo mandiamo a scuola, lo facciamo studiare, fino a scrivere quello che vorrebbero dire...proprio come fanno le Chicche.
Tutto parte da un’immagine...proprio da quegli occhi...la fantasia va, lo sguardo diventa generazionale ed un ciclo parte ininterrotto. Cosa vede? Cosa vedi?
Memy
Da qualche parte, 21 Aprile 2020
POESIA PER E. - Mi chiedo spesso cosa vedi quando mi guardi, quando io ti guardo; quando ti accarezzo delicatamente in viso e tu strizzi un po’ gli occhi.
Vorrei che continuassi a perderti col tuo sguardo azzurro, attonito e curioso, a fissare il vuoto senza battere ciglia.
Vorrei proteggerti come un drago, da tutto il male del mondo ma poi mi accorgo che il tempo scorre veloce e che devo anche lasciarti andare. Cosa potrei fare di più, cosa potrei fare meglio, e altre domande senza senso.
Continuo a non capire ma è un anno e mezzo che sorrido grazie a te.
Potrei rimanere seduta qui al tuo fianco per ore, inseguendo le scie azzurre che si irradiano dal tuo iride. Mi perderei nel pettinarti le sopracciglia con l’indice della mia mano, per poi scendere al naso, alla bocca: che bello che sei.
Se fosse possibile, ti metterei in tasca un po’ di sole, per quando fa buio.
A qualche notte da qui, c’è un mondo che ti aspetta; inciamperai nei tuoi lacci sciolti ma spero tu possa continuare a rialzarti, con la stessa semplicità con cui lo fai quando ti aggrappi al mio dito.
Vorrei metterti al riparo dal disordine, dall’impazienza verso le mie manchevolezze ma tutto ciò, inevitabilmente, ti aiuterà a crescere e a trovare il coraggio di scappare da tutte le cose che ti rendono infelice.
Lunghi silenzi nei quali ci guardiamo ed è come scoprire un’altra volta me stessa.
La verità E., è che più mi sforzo di guardarti e più mi aiuti a guardare meglio.
S.
OCCHI BLU - Sono ancora nella fase per la quale mi riesce più facile guardare attraverso i suoi occhi, piuttosto che nei suoi occhi. Per una volta nella vita li avrò azzurri, che bellezza!
Niente convenzioni e categorizzazioni, qualcosa mi piace più di qualcos'altro. Alcuni oggetti e lineamenti umani mi provocano una grande sensazione di euforia. Una gioia tale che questi brillanti blu si allungano. Sembra divertente. Altri gingilli, e altri volti invece mi fanno battere forte il cuore, fino a che le palpebre sbattono veloci su e giù e mi inondano di lacrime. Fastidioso, cavolo. Tra le poche cose che ho capito in questo recente approdo nel mondo, però, è che se faccio così poi ottengo quello che voglio. Ogni giorno è una scoperta. Oggi una cosa che ieri non c'era. Domani un'altra che oggi non ero riuscito a notare. Alcuni colori, e alcune forme mi attirano al punto da tale da gettarmici senza nessuno scrupolo. Tanto che cosa potrà mai succedere? Allora in un prato mi rotolo, corro come una trottola, giro in lungo e largo. Adoro i palloncini, mi pare così si chiamino. Li lascio e si confondono nel cielo. Potrò mai toccarlo come tocco il prato? Certo che sono due cose diverse, però sembrano così vicini! E quando dondolo sull'altalena, nel punto più alto, sfioro il celeste lassù. Finisce per confondersi con quello delle mie iridi.
Solo i miei genitori ormai sono diventati facilmente riconoscibili, riesco a distinguerli anche da lontano. Però a pensarci bene anche loro sono diversi, e anche in loro ogni giorno riesco a captare qualcosa in più: tipo quel puntino nero sul volto di mamma, non l'avevo mai notato. Sarà perché questi giorni ce li ho intorno alle scatole sempre. Non viene più la mia babysitter: mi sembra una di quelle principesse che vedo in televisione, ha dei capelli lunghissimi (non come i miei), le ciglia lunghe e le guance rosse. Credo che sia la bellezza! Quando invece mi sbattono davanti le bretelle e i cappellini con la visiera, provo un formicolio, che mi fa urlare: i miei occhi non riescono a sopportarli proprio, disgustosi.
Sono un turbinio di cose da fare, senza regole e disciplina. Sono ancora troppo piccolo per quelle. Cavolo però, si sta meglio qui di dove stavo l'anno scorso. L'ambiente è assai più vario, e le mie pupille sì che possono sbizzarrirsi!
E.
CIAO MI CHIAMO LORENZO - Ciao a tutti, sono Lorenzo. Ho 1 anno e mi piace tantissimo il latte con i Plasmon. Sono un'esplosione di dolcezza, me lo dicono tutti. Ho una culla molto accogliente e anche molto comoda, gran parte del mio tempo lo passo lì dentro. Stamattina mamma mi ha scattato questa foto. Fissavo quel coso nero senza sapere cosa dovessi fare. Credo però di essere stato bravo perché mamma sorrideva. Eccome se rideva. Le brillavano gli occhi e ripeteva "è bellissimo!". Mi ha riempito il nasino di baci e papà mi ha poi preso in braccio per farmi volare altissimo. Mi sento proprio fortunato, sono il loro gioiellino. Vorrei vederli sempre così. Se bastasse veramente così poco per renderli felici mi farei fotografare tutti i giorni (magari senza ciuccio per mostrare i miei dentini).
Mamma e papà. Loro sono tutto quello che conosco. E mi basta. Sento che l'amore che provano l'uno per l'altro è così forte che mi riempie. Mica vorreste credere che le mie guanciotte siano solo ciccia!?
Adoro quando mamma mi stringe forte a sé perché posso sentire il profumo più buono del mondo, quello della sua pelle. Mamma ha sempre un rossetto rosa. In questi giorni non indossa spesso i vestiti e le giacche ma anche con il pigiama e la tuta sta bene. Ha i capelli biondini come i miei, però lunghi e un po' mossi. Com'è bella! Vorrei dirglielo ma non so come si fa. A volte ci provo ma mi escono solo suoni ancora troppo indistinti. Vorrei sussurrarglielo all'orecchio quando mi fa addormentare sulla sua spalla. Così all'improvviso. E vedere la reazione. Papà glielo ripete spesso, lo sento. E lei ogni volta si imbarazza. Pensano che io non possa capirli e in effetti qualche difficoltà ce l'ho. Però vedo tutto, vedo le fossette sulle guance e gli occhi che le diventano piccoli piccoli. Vorrei scattarla io una foto a loro in quei momenti.
Papà invece ha i capelli neri ma dicono tutti che ci somigliamo. Ho i suoi stessi occhi blu, forse è per questo. Se anche i miei fossero profondi e vivaci come i suoi allora avrei degli occhi propri belli. Io e lui siamo una bella squadra. Facciamo gli scherzi a mamma e a volte sembra che si diverta più lui che io. Mi piace quando mi fa il solletico perché rido tantissimo e mi piace addormentarmi sulla sua pancia. Se solo fossi capace gli direi che quello è per me il posto più sicuro.
Per ora gli parlo a modo mio e anche un po' con gli occhi. Ma voglio imparare presto a dire: mamma, papà vi voglio bene!
B.
FIGLI PICCOLI GUAI PICCOLI, FIGLI GROSSI GUAI GROSSI - Vedo degli occhi meravigliosi, vispi, un po' da furbetto. Mi si scioglie il cuore, mi trasmette tanta dolcezza.
Non ho mai avuto uno spiccato senso di maternità, ho sempre detto: belli i bambini.. sì, quelli degli altri. Diventare madre è una cosa che mi spaventa a morte, sarà che ancora è tutto in fase di costruzione e niente di realizzato, la vedo una cosa molto lontana, quasi irraggiungibile (non che ci sia il pericolo che accada in questo momento storico). E oltre al fattore dell’età, della mia immaturità, subentrano una serie di fattori a cui penso spesso. Mettere al mondo un bambino equivale a perdere la propria libertà e dedicare completamente la propria vita a quel piccolo esserino, che richiede continuamente attenzioni, cure, amore. Sacrifici, rinunce, preoccupazioni. E tanta paura, una costante da quando scopri di essere incinta fino al tuo ultimo respiro.
Perché potrebbero esserci problemi di salute.
Perché è una cosa nuova, sei inesperta e ogni tanto vai a controllare se respira quando dorme.
Perché non mangia, e la cacca, e il vomito, e ha la febbre.
Perché crescendo devi vietargli delle cose, insegnargli quello che va fatto e quello che non va fatto, e non sempre la prenderà bene.
Spesso devi essere severa, sempre per il suo bene.
E quel bambino una volta cresciuto potrebbe arrivare a odiarti, perché è nel pieno dell’adolescenza e tu non gli permetti di fare tardi con gli amici.
E quando andrà a vivere da solo sarà ancora peggio. Lontano da casa, senza una protezione, e tu ti sentirai impotente. Nonna lo dice sempre: figli piccoli guai piccoli, figli grossi guai grossi.
È un atto estremo di coraggio mettere al mondo una vita, in un mondo così difficile. Ma così bello che merita di essere visto e vissuto. L’amore che una madre prova per un figlio credo sia una cosa unica, faccio riferimento a mia madre che vive esclusivamente per noi tre. Forse tutto questo amore mi spaventa, questo legame indissolubile che ti costringe e ti trasporta in un nuovo mondo, in cui tutto il resto non conta. Però ci sono anche lati positivi eh! Gioie, soddisfazioni, orgoglio. E quando gli altri non ci saranno lui ci sarà sempre per te, e tu per lui.
Che cosa ho capito? Che fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo, e probabilmente adotterò dei bellissimi bambini che sono nati nella parte sbagliata di questo mondo, per fargli vivere una vita che merita di essere chiamata tale.
C.
Commenti
Posta un commento