Diario di quarantena - Giorno 41

Le chicche escono dalla quarantena. Dove hanno passato la domenica (con l'immaginazione eh)?


Da qualche parte, 19 Aprile 2020


VIA ROMA 3, RIVOLUZIONE - Ore 2:00, sabato. Gruppo Direttivo "facciamo alle 17:00, tanto poi diventano le 18".


È domenica, aprile inoltrato. La stagione estiva è vicina, il calendario degli eventi deve essere per forza stilato e il bilancio consuntivo approvato. 

Oggi lettori, vi porto con me, dentro la riunione del consiglio direttivo della proloco. Solo una raccomandazione: puntate sui nostri piccoli borghi, hanno tanto da offrire e danno soddisfazioni immense. 

Qualche nozione giuridica: le proloco sono associazioni senza scopo di lucro (aka sputi sangue senza guadagnare una michia) che operano per favorire lo sviluppo del territorio tramite eventi di vario tipo, sponsorizzazioni in giro per l'Italia e cose del genere. Iter burocratici da Prima Repubblica, trafile legali, faccia come il sedere per chiedere soldi e sconti. Soci da accontentare e scettici da convincere. Tante risate, tanti scapocci, gioia di squadra, traguardi tagliati.

Io che ci faccio? Ovviamente, col mio talento da writer, redigo verbali, completo moduli e richieste, boicotto la firma del presidente. Sono una segretaria, non molto sexy.

Siamo un direttivo sui generis: le riunioni le facciamo la domenica perché durante la settimana due stanno a Roma, un altro a Bristol, uno fa le maratone a Amazon, uno fa le adunate, uno vende Opel e Nissan, uno campa di musica, uno cambia tubi e una prepara concorsi da suddetta prima repubblica. Ah e uno va a scuola. Altro suggerimento, puntate sulle nuove generazioni. Zoomer under 2000, hanno capito tutto. E meglio di noi rintronati nati dopo il crollo del Muro di Berlino. 

In realtà quella di incontrarci la domenica è una scusa, per andare a cena fuori alla fine della convention. 

17:00. Arrivo a Monte, saluto al bar. Qualcuno è arrivato, qualcun altro ancora no. Coca cola con limone, per digerire le fettuccine del pranzo e i bicchieri del sabato sera. 17 e 30. Più o meno ci siamo tutti. Vado per prendere le chiavi in borsa, che ovviamente ho lasciato sotto il cambio in macchina. "Elvi però" (ah ora la colpa del ritardo sarebbe la mia?!). Apro la porta sulla piazza, un po' freddina casa. È disabitata ora, ma mi ricorda quando ero piccina e dopo scuola nonna mi faceva trovare la crema appena fatta. Me la batto con tutti gli altri componenti della famiglia, ma prima o poi sarà mia! Ci sediamo intorno al tavolo, cazzate. Scoop. E poi "dai raga però, è tardi". Iniziamo.

Alle ore 18:00, constatato il numero legale alla presenza di De Cola Maurizio, Graziosi Stefano, Muller Dario, De Cola Lavinia, De Cola Alessandro, De Angelis Danilo, Rossetti Elvisa, il presidente dichiara aperta la seduta. Questi i nomi ufficiali, poi ci sono degli extra che prendono comunque parte. Così vediamo le cose da sbrigare subito, Danilo puntualmente tira fuori dallo zaino i registri dei conti dal 2000 a oggi "ah rega sennò me ne scordo". Sistemiamo qualche uscita, mai che ci fosse un'entrata, e poi iniziamo a programmare. Maurizio ci rivela i nomi dei big che ha contattato nel corso della settimana perché st'estate facciamo il botto. "No ma Zarrillone è Zarrillone, chi cazzo lo conosce Fulminacci", "Si ma che ce magnamo?", "Rega porca miseria 15000 euro so troppi", "Poi andiamo a fa il finale di stagione a Ibiza", "Ma non si può chiama qualcuno di questi più indie, che palle", "E gli stand?", "Ma che scherzi quella sera al massimo te puoi mette a spilla la birra, ma deve funziona bene", "O ma i maccheroni li state a fa?", "M'ha chiamato uno che fa gli spettacoli col fuoco, s'accontenta di uno spazio do pianta' la tenda".

Da questo, si passa a litigate furibonde. Compromessi. Cambi di scaletta. Impegni improrogabili. Votazioni. 

Ore 20:00, non emergendo ulteriori punti di discussione, il presidente dichiara chiusa la seduta. 

Che gran calderone, quante idee, quanta determinazione. Fare tutto questo per noi è un atto rivoluzionario. E la domenica è il giorno in cui pianifichiamo la rivoluzione. La domenica pomeriggio per l'esattezza. Quante domeniche, così. Quante rivoluzioni pensate così. 

Ore 23:30, stomaco pieno. Sbadigli. Si torna a casa. 

Domani, ricomincia la quarantena.

E.


A FREGENE CON LE CHICCHE - Oggi me ne vado proprio al mare. Ci siamo messe d’accordo con le Chicche, si va a Fregene. L’appuntamento è ore 8 a piazza Cavour, questo perché sicuro arriverò non prima delle 8 e 30.

Sveglia ore 7, ho ancora tutto da preparare, cioè scegliere vestiti e il costume indossare, all’ora dell’aperitivo si va al Singita dobbiamo essere mezze fighe. Misa che porto i trucchi non si sa mai. Telo e ciabatte prese, alla crema ci pensa B., ok ci sono. Come previsto arrivo in ritardo, ecco le chicche che mi stanno aspettando davanti alla chiesa come quando andavamo a scuola, ridono, sei sempre la solita Chià!

Vabbè raga mezz’ora de ritardo ce sta... e poi zitte che ci sta pure il sole, oggi ce tagliamo!

Andiamo a fare colazione e si parte, con l’enjoy di E., la nostra autista ufficiale. Neanche ce lo litighiamo più il posto davanti, io e B. Lo cediamo a S. Che sceglie la musica. Però si litiga per la musica scelta, S. è mezz’ora che sta mettendo musiche tribali, gna faccio più, così mi impadronisco del telefono e rifaccio l’indie della situa, ma ovviamente dura poco, così troviamo un compromesso: musica trash. C’è traffico per strada, non arriveremo mai. E in macchina risuona la frase che nessuno vorrebbe sentirsi dire: "te l’avevo detto, dovevi arriva prima Chia!" 

Anche se lungo il viaggio è piacevole con le amiche di sempre, e come al solito si parla di casi umani, di coppie che si lasciano, di gente che fa figli, e di gente che ha fatto una finaccia, risate tante. Ore 11 e 30 arriviamo, cerchiamo parcheggio e nel mentre si fa mezzogiorno. Vabbè rega orario perfetto ci sistemiamo e mangiamo qualcosa (la frase di chi vuole discolparsi del ritardo fatto). Ci mettiamo nella spiaggia libera, ovviamente l’ombrellone non lo abbiamo portato perché non fa figo e ovviamente la crema non la mettiamo anche se B. l’ha portata. Andiamo al bar per mangiare qualcosa, birretta e via. Che meraviglia: sole, relax e nessun pensiero. Fino a che non iniziamo a parlare di università, progetti, ansie. Basta raga, non ci dobbiamo pensare.

Il pomeriggio è un alternarsi di bagni (senza bagnare i capelli ovviamente sennò arriviamo alla sera in condizioni pietose), passeggiate, sole, S. ha portato le racchette ogni tanto facciamo una partita ma dice che siamo delle pippe. E. Invece ha portato le carte, ed è subito scaricatori di porto con peroni e partite (mancano solo le bestemmie). Con la nostra solita sfiga non siamo circondati da manzi bensì da vecchietti e ogni tanto scambiamo qualche chiacchiera (mamma mia semo vecchie dentro). Però vabbè ce l’avranno dei nipoti, magari ci va bene. Arriva l’ora dell’aperitivo, le Chicche sono pronte per trasformarsi in Superchicche, ci facciamo una doccia nello stabilimento, ci cambiamo e ci diamo anche una truccata. Ah dimenticavo, nel mentre ci siamo ustionate, più che fighe siamo pronte per la cottura delle bistecche. Ma non ci importa. Musica, spritz, ragazzi: LIBERTÀ. Era tanto che non ci divertivamo così. Come al solito balliamo in modo imbarazzante, l’alcol comincia a farsi sentire. Quello che succede dopo l’ora x lo me lo tengo per me... che giornata super, da rifare eh raga!


C.


DOMENICA AL MUSEO - Mi alzo verso 9:00, è domenica e mi aspettano i pancake in cucina. Ettore ha già apparecchiato la tavola con marmellata, sciroppo d’acero e miele anche se sa che io mangio solo la Nocciolata Rigoni. “Buongiorno Ettorino” - gli dico. Mi siedo sempre nel lato lungo del tavolo, con le spalle ai fornelli. “Che facciamo oggi?” - mi chiede mentre sono distratta dal telefono. “Andiamo a Cuneo nel primo pomeriggio. Anzi no, se ti va c’è la partita di basket al Pala Gianni Asti oppure se andassimo a Novara a vedere il volley? Ti va?” 
Cerchiamo su GoogleMaps i vari percorsi e i mezzi da prendere: “Forse a Cuneo ci dovremmo andare con calma dalla mattina” - mi dice. Sì, ha ragione e poi il 23 ho un esame: è giusto che questa mattina studi qualcosa. “Tu intanto pensaci eh, io torno in camera” - gli dico mentre attraverso il corridoio. Mi siedo al pc e in un attimo sono già le 12:30. Mangiamo qualcosa al volo. “C’è il Mantegna a palazzo Madama almeno sfrutto l'abbonamento ai musei” - gli dico. “Sì, dai rimaniamo a Torino.” Alle 15:00 abbiamo già attraversato Piazza Saluzzo e siamo nei pressi di Porta Nuova. “Passiamo per Piazza Carignano, Ettorino, che mi piace tanto?!”. Col naso all'insù, raggiungiamo Piazza Castello dove c’è l’ingresso al palazzo. C’è un po’ di fila da fare ma - per fortuna - oggi c’è il sole ed è piacevole anche stare in piedi tutti allineati. C’è anche la tipa che suona come sempre Einaudi col piano e che è tra le poche certezze della mia vita. Dopo una mezz’ora riusciamo finalmente ad entrare ma non riesco a stare al suo passo. Cammino veloce tra un quadro e l’altro, vado avanti, torno indietro. “Hai visto che bello il Cristo Morto” - gli sussurro. Raggiungo quasi l’uscita ma poi finalmente trovo un posto per sedermi. Lo aspetto lì e sì, la mostra mi è piaciuta. Decidiamo di fare un aperitivo prima di rientrare. Nemmeno a dirlo, ordino un Gin Tonic. “Che benessere” - ci ripetiamo - “non dobbiamo dimostrare niente a nessuno”.
“Domenica prossima però andiamo a Cuneo e magari andiamo vedere una partita di Serie A, ci conto eh!?”. 


Prendiamo l'ascensore, premiamo il tasto 2 e rientriamo a casa ma non prima di aver detto almeno una volta, in dialetto pugliese: "Ma che ce ne fotteeeeeeeeee".

S.


NIENTE DI PARTICOLARE - Oggi è domenica, anche se non c'è niente che mi fa pensare che sia domenica. Forse il fatto che non abbia lezione, ma neanche il venerdì e il mercoledì ce l'ho. Quindi oggi potrebbe essere tranquillamente un mercoledì. Ma cosa avrei fatto in una domenica qualsiasi? Niente di particolare e probabilmente non sarei stata a casa mia. Mi sarei alzata un po' più tardi del solito concedendomi quelle due orette di relax a letto. Avrei subito constatato che Alessandro si è svegliato presto per il solito giretto in bici. Sarei poi scesa di sotto, ancora insonnolita, e avrei trovato Lavinia sul divano a fare colazione con il latte e il goccetto di caffè che sua madre con tanta cura solitamente le lascia nella tazza prima di uscire. Avremmo commentato insieme la cena della sera prima, nel ristorante che ci piace tanto e spettegolato su qualche Instagram story di un'influencer a caso. Qualsiasi cosa pur di rimandare lo studio. Io avrei iniziato probabilmente tardissimo, ritrovandomi poi all'ora di pranzo con una marea di pagine da studiare. Ora che ci penso è quello che è successo anche oggi. Avrei poi fatto un riposino pomeridiano ed è quello sto per fare. Dopo tutto non è poi così diversa dalle altre questa domenica. Ma mentre mi sarei accontentata di due chiacchiere davanti a Spritz e patatine, oggi per rompere la monotonia non mi basta nemmeno l'aperitivo del Be'er Sheva (che comunque è buonissimo e sfiziosissimo). Voglio dire che sento il bisogno di avere e fare qualcosa di più, ma in fondo penso anche che in completa libertà non sarei andata chissà dove. Quindi ora vorrei trovarmi al tavolo rotondo coi fumetti, come l'ultima volta, a indovinare ingredienti. Niente di particolare. Vorrei anche andare al mare e fermarmi sulla spiaggia fino al tramonto. Magari a Sperlonga dove il sole va a nascondersi dietro la torre fino a scomparire. Non sarebbe male no?! Non mi sembra di chiedere molto.

Ora mi addormento un po', magari lo sogno davvero.

B.

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