Diario di quarantena - Giorno 40

Domanda del giorno: chi sono? Oggi ce lo siamo chiesto tutte, e abbiamo provato a scriverlo per capirci qualcosa. È un esercizio utile, provare per credere. 

Da qualche parte, 18 Aprile 2020


SONO INDIE - Chi sono? Ieri sono stata fino alle 3:00 a riempirmi di domande senza trovare una risposta. Poi stamattina mi sono consultata con la mia amica S. e sono arrivata alla conclusione che tutte queste domande forse un senso non ce l’hanno. Sono quello che sono, quello che faccio, quello che dico. Tutto è partito perché ieri qualcuno mi ha detto: “lavora su te stessa, scopriti, conta solo su te stessa, gli altri sembrerebbero amici, ma fondamentalmente sono nemici per te, possono portarti dolore”. 

Ho cercato su Google “come lavorare su sé stessi”, e lì per lì sono stata assalita da una sensazione di malessere, sconforto. Come se fino ad ora non ci avessi capito niente. Oggi mi sarei dovuta mettere al lavoro per scoprire chi sono. E in un lampo tutto è stato chiaro, mi sono detta: io non devo scoprire un bel niente, sono io a decidere chi voglio essere. 

Dicono che sono una ragazza “indie”, in fondo è vero. Anzi se ci penso è proprio così. Ogni canzone rappresenta una mia sfaccettatura. Canzoni che apparentemente non hanno un senso, ma in realtà se vuoi darglielo ce l’hanno e come. 


Sagittario per eccellenza, mi piace buttarmi in diecimila cose da fare, mi piace scoprire cose nuove, vivere nuove esperienze, immaginare un futuro pieno di cose fighe. Forse viaggio anche troppo (con la mente intendo).

Inguaribile romantica, sono convinta che ognuno di noi sia fatto per amare. Trovo meraviglioso il fatto che tu possa diventare il mondo intero di una persona, e viceversa. Quanto invidio gli innamorati. L’amore per me è quello descritto da Cosmo, E QUANDO ARRIVA L’AMORE NON CAPISCO PIÙ NIENTE. Me lo immagino proprio così, una scossa. Tutti dicono che non bisogna cercare l’amore. Arriva quando meno te lo aspetti, quando arrivi ad amarti talmente tanto da emanare un’energia che viene trasmessa agli altri, è quello il momento. Quanto mi innervosiscono queste frasi fatte.

Ho una bassa soglia dell’attenzione. Soprattutto quando guardo i film.

Se sono in macchina da sola davvero sembra di stare allo stadio, sono un pericolo pubblico. Però quanto mi piace cantare a squarciagola. È proprio in quel momento che mi sento davvero libera.

Sono una compratrice compulsiva, nel senso che non appena ho dei soldi trovo un modo per spenderli (la maggior parte delle volte per cose inutili). 

A tratti sono un po' strana, LA MIA TESTA È (potenzialmente) UN GIGANTESCO CENTRO SOCIALE. Tipo quando cammino e ascolto Britney e mi metto a ballare. Non mi preoccupo molto di quello che pensano gli altri. Spesso dico cose senza senso (tipo adesso). Ogni tanto sparisco perché non mi va di usare il telefono o semplicemente odio il mondo. Può durare giorni e le mie amiche arrivano a scrivere a mia madre per sapere se è tutto ok.

Mi definiscono simpatica. Mi piace strappare un sorriso agli altri, mi fa sentire bene. Cerco di essere sempre positiva.

Sono testarda, ma grazie a quello riesco a superare gli ostacoli.

Mi piace andare ai concerti, sono la groupie per eccellenza. E puntualmente mi innamoro dei cantanti.

Mi piace andare in discoteca e ballare in modo imbarazzante.

Mi piace andare al mare.

Mi piace la diversità.

Mi piace essere originale, da sempre, o almeno ci provo.

Mi piace mangiare (e se vede direte... Però a mia difesa so' sempre stata una cicciona, perciò è costituzione su!).

Sono una paesana che di paesano ha davvero poco. Io appartengo alla città, mi piace il caos più totale, mi piace avere l’opportunità di scegliere cosa dover fare e non avere un’unica opzione. Mi piace passeggiare senza una meta per le vie della città, e adoro quando qualcuno mi chiede indicazioni, mi fa sentire esperta.

Mi piace stare da sola, ancora di più stare in compagnia. 

Forse sono un po' egocentrica.

Non mi piace interrogarmi, soprattutto se non so dare una risposta. Mi definisco atea, ma non voglio chiedermi il perché. E poi le domande mi mettono ansia.

Tutto deve essere chiaro nella mia mente, non esiste il grigio, o è bianco o è nero. 

Sono contraddittoria perché poi dico di non avere delle cose preferite, ma delle cose che mi piacciono e basta. Per convenienza? Forse non mi va di chiedermelo, o forse è così. SONO BELLA COME ROMA E STRONZA COME MILANO (?).

Mi piacciono tante cose, cose tanto diverse tra loro, sono circondata da persone completamente diverse, che mi completano, e insieme ci incastriamo per formare un puzzle perfetto.

Chi sono? Sono un mare in tempesta, fatta di cose che mi piacciono, e altre meno. Ma mi va bene così. Mi piace quello che sono e ancor di più quello che diventerò.

C.


STAY SERENA - Sono Serena, sul Williams ci sto lavorando. Sono appassionata di sport e sono noiosissima quando ne parlo. Una volta - da piccola - ho imparato a memoria tutto il medagliere dell’Italia alle Olimpiadi di Pechino e - se ci penso bene - riesco ancora a ricordarmelo. 

Sono competitiva per natura al punto che anche scrivere queste righe, per me è un po’ una gara: speriamo che il mio pezzo sia il migliore. Competitiva ma odio la competizione, mi logora, mi incattivisce. 

Sono timida ma l'ironia mi salva la vita. La maggior parte delle cose che dico sono goliardiche. Prendo in giro chiunque e so prendermi in giro. 

Mi piace raccontare che i pomodori mi fanno dormire: alcuni ci credono, altri ne hanno le prove.

Non so pattinare e mi costa una fatica enorme dire “non so”. Nemmeno ai fornelli sono molto abile ma solo perché non ho tempo, adesso. Mi ripeto che “se non l’ho mai fatto, non significa che io non sappia farlo”.

Ho imparato l’alfabeto greco a soli quattro anni, prima ancora di conoscere quello italiano. Sono un ingegnere e programmo di mestiere la mia vita. La mia vita che amo e che esorcizzo, che gratifico e che ignoro.

Adoro il design e mi piacciono le biciclette, i servizi di piatti Ginori, gli arredamenti di interni, il sudore, il colore giallo, la radio, le cose della NIke, la montagna e il Gin Tonic con il Sabatini. 

Conosco nomi, chef e stelle Michelin di quasi tutti i ristoranti stellati e potrei raccontarne i piatti per ore, senza accorgermene. 

Classifico più o meno tutto e passo il tempo a cercare di inserire in schemi anche le cose astratte. Questa cosa mi provoca fastidi perché ovviamente, non tutto può essere messo in un diagramma di flusso. Mi arrabbio, mi angoscio e poi mi dico che forse è proprio questo il bello dell'amore.

Mi incuriosisce tutto quello che non conosco e quando qualcuno mi racconta qualcosa di singolare, per me è tipo ossigeno e il sangue irrora le mie vene.

Appena possibile vorrei imparare a surfare. Anzi, vorrei imparare più cose possibili.

Sono gelosa, molto gelosa. 

Odio i ritardatari, gli egoisti e quelli che si lamentano sempre.

Non guardo serie tv perché non ho tempo nelle mie 24 ore di stare seduta sul divano, ci sono altre mille cose che vorrei fare e che mi rendono Serena.

Tifo per la gentilezza, per l’empatia e per la Juventus.

Mi stanno simpatiche le persone antipatiche e credo che le cose estremamente brutte, siano belle.

Sono tutto quello che sono al di fuori di quello che faccio. Non mi va di essere incastrata dentro una convenzione sociale: viviamo una volta sola e non posso permettermi di essere identificata con una professione.

Sono Serena. 

Sono serena. 

Sono gli spazi che ho lasciato e tutto quello che non ho scritto.


S.


NATA SOTTO IL SEGNO DEI GEMELLI - Care lettrici e cari lettori, in questo sabato quaranta di quarantena, mi presento. Qualcuno di sicuro già mi conosce bene, qualcun altro di vista, qualcun altro da poco, qualcun altro per niente. Mi auguro che un po' di me l'abbiate già appreso scorrendo le pagine del diario. Dentro quello che scrivo, c'è sempre la mia calligrafia. 

Chi sono? Sono Elvisa. 23 anni, nata sotto il segno dei Gemelli, 2 giorni prima del Maestro, nel mese che è maturità dell'anno, che con le sue spighe dona il pane all'uomo e alle femmine l'oro. Alle 8 meno un quarto di mattina ho emesso il primo acuto, e mi sono ritrovata con un ascendente Cancro. Si capisce che leggo l'Oroscopo? Mi fido solo di Rob Brezsny, sia chiaro. Le caratteristiche astrali le incarno perfettamente: creativa, naïf, sentimentale e lunatica. Ma ho anche dei pregi! Americano o Long Island, a seconda dell'orario: basta che sia forte. Niente formaggio grattugiato, (a parte qualche rara eccezione): sappiatelo la grattugia non la lavo. E se mi incazzo, divento un po' cerbero. Dura poco, comunque.

Studentessa in dirittura d'arrivo, ho una paura cronica di terminare l'università. Difficile guardare oltre il calendario accademico, non sono una che programma. Invece abbiamo vite scandite da scadenze, proroghe, posticipi. Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza: se avessi tempo a sufficienza, cioè se avessi sempre la mente elastica dei vent'anni, conseguirei con molta probabilità al minimo altre 3 lauree. Una in matematica, una in antropologia, una in psicologia. 

Mi sono diplomata allo scientifico, e poi ho cambiato rotta ma di base per lo stesso motivo: uscita dall'Antonio Malfatti ho creduto che il classico fosse troppo semplice con tutta quella letteratura, e che i numeri mi avrebbero messo alla prova. Uscita dallo Jucci ho capito di non sapere niente di sistemi elettorali, sociologia, statistica e geopolitica così mi sono iscritta a Scienze Politiche. No, non sono una sportiva ma amo l'arte della competizione, e il migliore sfidante è sempre uno: me stessa. 

Mi piace cambiare idea, mi piace far cambiare idea.

Sono anche di Montenero. Il paese dove sono cresciuta sotto il mutamento delle congiunzioni planetari. Ci chiamano "frelli", e io mi ci sento. Disponibile a tendere la mano per stendere appunti, piatti di pasta, accendini e carezze. E poi so fare i maccheroni a fezze, marchio di fabbrica. Il dialetto lo parlo, quando serve. Marchio di fabbrica anche quello. Così come il naso di nonno Ottavio, le forme delle zie Rossetti, e l'altezza (?) di nonna Lisa. 

Cerco di essere quello che vorrei essere, non senza fallimenti e inciampi. Razionale? Non l'ho ancora capito. Mi impaurisce la freddezza con la quale rispondo a certe situazioni, ma credo nelle sensazioni forti dell'amore. Nel pianto di gioia, nelle palpebre che tremano, nelle mani che sudano, e nella forza di un abbraccio. Sono viziata e viziosa, ma cos'è un uomo senza vizio? Non mi piace rinunciare, a niente. Soprattutto all'ignoto. Potrei dire sì a un viaggio in Burundi, a una partita di basket e a un concerto per organo. Mi frega la pigrizia, e mi indebolisco di fronte alle cose che amo. Così ho smesso di studiare canto, eppure ogni giorno mi risuona una frase che mi disse Valentina, la mia insegnante: "se smetti ora, la musica ti verrà a cercare". Vivo sempre con quest'ombra, oltre alla mia. Chissà se prima o poi tornerà a bussarmi.

Sono quello che sono diventata con i discorsi delle Chicche, con la dolcezza di Beatrice, la coscienza di Serena, l'indie di Chiara. Sono la moda e gli impegni civili con Lavinia. Sono i pomeriggi a Roma con Bea. Sono l'orgoglio di mamma e papà

Sono anche un po' tutto quello che sono stata, dentro al mio armadio a parete e la mia cassetta dei ricordi: la ragazzina alla moda, con i capelli piastrati e le coq sportif; l'adolescente dolce rivoluzionaria, con i maglioni degli anni '70 di mamma e la musica dei Modena City Remblers; la fidanzata di un chitarrista, che ascolta Radiohead, Alt J e Arctic Monkeys; quella del Comitato di San Cataldo 2013, delle estati con Ludovica in via Roma 3 e delle 6 di mattina nella vigna in terrazzo; quella che ha paura di perdersi nella città universitaria e quella che oggi non vede l'ora di perdersi nel mondo. Sogno di diventare una giornalista di fama mondiale e di fare ricerca e di insegnare all'università e di vivere a Piazza Fiume e di girare i continenti e di sposarmi in bianco e di essere presidente del consiglio e di non smettere di sognare.


Sogno. 

Ah, sono per il voto di appartenenza: non voterò mai a destra.

E.


LA MIA RISPOSTA ALLA DOMANDA PIÙ DIFFICILE -  Una delle domande più difficili che potrebbero farmi è: “Chi sei?”. Non so da dove partire sinceramente e non so nemmeno se questo sia un bene o un male. Escludo qualsiasi riflessione filosofica perché non sono capace e perché rischierei di cadere in depressione prima della pubblicazione di questa pagina. Dunque, chi sono? Io sono B., ormai lo sapete. Chi ha letto la prima intervista pubblica che abbiamo fatto conosce anche i miei soprannomi, alcuni ormai quasi decennali altri più recenti. Ma per tutti sono Bea, a volte Bè. Amo il mio nome, non riesco a immaginarmi con uno diverso. Da piccola lo consideravo un nome “da giovane” che non sarebbe stato adatto da vecchia, non è come Maria (entrambe le mie nonne si chiamano così) che invece per me andava bene per tutte le età. Sono nata ad aprile (il primo per la precisione) e questo mi piace perché è il mese del risveglio, dei primi caldi. Credo sia insostituibile un pomeriggio come questo. Due fratelli, nessun cane e una gatta un po’ stronzetta che chiamiamo Micia. Non vedo i miei amici e il mio ragazzo da più di un mese…era inevitabile comunicarvi questa cosa che ormai mi tartassa. Non so quanto possa interessarvi la mia vita ma se un giorno dovessi diventare famosa potrete dire di aver letto qualcosa su di me scritto da me. La verità è che nella vita di tutti i giorni non sono così risoluta, anzi tutto il contrario: sono un’eterna indecisa, insicura. Troppe volte ho lasciato che questo lato del mio carattere prevalesse e sono finita per rimanere insoddisfatta. Ma non parlo di scegliere il ristorante dove andare a cena o quale cocktail prendere per l’aperitivo, anche se me ne piacciono diversi alla fine ordino prima l’uno e poi l’altro. Parlo piuttosto dell’insana capacità che spesso ho di considerarmi inferiore agli altri. Ma ho anche dei difetti eh. Devo dire che anche questa cosa del diario mi ha messo alla prova. L’ansia delle prime volte ha però lasciato spazio alla spensieratezza. Forse si percepisce anche dalle varie pagine che ho scritto. Vorrei che la stessa spensieratezza mi accompagnasse nella mia quotidianità e riuscire a vivere le cose con più leggerezza. Sai quanti giramenti di c******i e quante preoccupazioni mi risparmierei. Ma sono sempre più convinta che quelli come me soffrono in questo mondo. Io a volte mi sento proprio incompresa. Spero che qualcuno capisca cosa voglio dire. Non sono una persona che tende a ostentare, anche perché non ho nulla di cui vantarmi, però credo di essere una persona attenta alle piccole cose, ai dettagli e questo secondo me è un pregio. Non posso farci niente, a costo di apparire pignola o fastidiosa se c’è una cosa fuori posto devo dirlo. In questo credo di aver ripreso da papà, che mi ha donato anche le dita delle mani ciccione (ho un rapporto complicato con gli anelli anche per questo). Sembrerei incoerente se dicessi che sono una ritardataria cronica, ma è proprio così. Chi mi conosce sa che deve mettere in conto quei 20-30 minuti di attesa quando dobbiamo uscire insieme. Non sopporto i superficiali e quelli che pensano che tutto gli è dovuto. Mi piace dormire e leggere libri quando sono a letto. Mi emoziono facilmente e arrossisco e mi imbarazzo se qualcuno mi fa un complimento. Penso di essere fortunata perché qualcuno una volta mi ha detto che crede nelle mie qualità. Sono fortunata per le persone che ho intorno, per quelle poche che danno senza chiedere niente in cambio. Non so mettermi l’eyeliner e mi piace il rossetto corallo, ma non so se mi sta bene. Ho un problema con i miei capelli, non hanno un senso e mi fanno schifo. Mi piace fare foto e riguardarle dopo anni, ricordare quei momenti annullando il tempo che è passato. Ma non mi faccio i selfie, o meglio li faccio solo così per cazzeggiare e mandarli su WhatsApp; sul mio profilo Instagram potete trovarne uno di quella volta che mi sentivo fotogenica tanto da pubblicarlo. Diciamo che preferisco essere il fotografo. Uno dei miei soggetti preferiti: i tramonti. Mi piace fermare per sempre i loro colori. Ci sarebbero tante altre cose da dire, tipo che mi piacciono i dolci e che non ho un film preferito. Ma credo di essermi dilungata troppo, per cui facciamo che per ora basta così.


B.

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