Facile essere Serena

Questo post verrà pubblicato da qualcuno, al momento della mia proclamazione.
Il gesto mi renderà un po' Banksey ma anche un po' scema.
Ah, non vale milioni di dollari ma, per me, vale molto.

Probabilmente, quando lo leggerete, io sarò con le mani in tasca e con gli occhiali da sole ma, giuro, e ve lo dico col cuore tra le dita, che vi starò guardando e sarò grata.
Grata alla vita. Grata a voi. A tutti eh!? Ma proprio a tutti.
Sapete che c'è? Che con voi è tutto più facile.

Troppo facile alzarsi dal letto col piede giusto se ogni mattina sei nel pensiero di qualcuno. Che poi è la stessa che ti invia intere canzoni di Alessandra Amoroso e che, alle 14:30 ti invita per un caffè e un abbraccio. Di corsa, però, che alle 14:45 devo andare in biblioteca, sennò poi chi se lo sente Fedez.
Fedez, sì. Non quello della Ferragni. Fedez, dai. Federico. Beh, facile guardare il mondo dall'alto quando hai chi ti accompagna ovunque. Pure a Cappelletta. Che bello faticare assieme. Never stop exploring.
E quanto mi piace la fatica. La gola secca. Tutto questo mi rende viva.
Viva. Viva come quando cammini leggera in un paesino di poche anime in Portogallo insieme a chi, di vita, ne ha tanta da insegnarti. Facile.
Che strana, poi che è la vita. Può capitarti davvero di tutto, come di incontrare due torinesi a Capoverde. "Va beh dai, ma sì sa che in vacanza gli italiani li incontri sempre", penserete voi. Io non l'ho pensato. Ho pensato che loro fossero un gran bel regalo.
Poi, però, da Capoverde torni e può capitarti di guardare il tuo paese dal basso, con le braccia conserte come un quadro. E startene lì, come al museo. In silenzio. E non vorresti stare da nessun'altra parte. Perché siete libere, insieme. Col sole che vi guarda dall'alto.
Mai smettere di inseguirlo. Mai.
Ogni mattina, quando vivevo a L'Aquila, percorrevo circa un chilometro a piedi, il tempo di un paio, forse tre, canzoni su Spotify. Che poi,  in realtà, quando mi piacevano, allungavo un po'.
Ogni mattina, cercavo di camminare sempre sul marciapiede al sole.
Da casa all'università. Dall'università a casa. Il cottage, per la precisione: musica, buon cibo, principesse, rondini, velieri e mongolfiere. Bella l'università. Sì, facile anche quella. "Ma tu studi ingegneria!"
Sì, ma vuoi mettere studiare ingegneria con Fabrizio.
Metodo, lavoro e esercizio. Come in un ciclo while (YourCode()). Le stesse regole che mi aiutano ogni giorno, anche nel tennis.
Vi guardo ancora. Che belli che siete.
Tu, lì giù, coi capelli biondi. Elvis, ce l'ho con te. Che spettacolo averti qui, oggi. Te lo ricordi il primo giorno delle superiori? Ci incontrammo alle 7.30 (sì, proprio alle SETTE E TRENTA) a piazza Cavour. Nemmeno dovessimo aprirla noi la scuola. Che bello il liceo. Sono un'eterna nostalgica, sì lo so. Ti ricordi invece quando, con la Chia, ci nascondevamo dietro alle colonne per non farci vedere che entravamo in seconda!? Però, adesso se comincio non la smetto più..
Grazie ragazze, siete la mia spensieratezza.
Poi ci dovrebbe essere anche Claudia, se non sbaglio. Con lei funzionava così quando andavamo alle medie: il martedì ci si vedeva o da me, o da lei, compiti, cena assieme e poi si vedeva Ciao Darwin.
E' stato bello riscoprirti amica.

Poi se è facile alzarsi bene al mattino, proseguire la giornata lo è parimenti quando è pieno di gente che fa il tifo per te, come allo stadio. Chi mi chiama paperotta, chi apprendista, chi cucciola, chi chicca, chi sirena.. e non voglio dilungarmi troppo, un post così, io mica lo leggerei.
Però, grazie ve lo voglio dire e senza retorica.
Grazie all'ingegnere di serie B, mai banale e sempre attenta: mi aiuti a guardare meglio.
Grazie a Giorgia e Giona (Giona non è il nome ma il cognome), siete state una bella scoperta.
Grazie a Gloria, per quale non troverò mai le parole che le rendano giusyizia.
A Alessandra (quale delle due?). A tutte e due, a una per le canzoni, all'altra per il suo buonumore.
A chi mi sceglierebbe per andare a Pechino Express.
A chi, mi chiama "mostro". (Voi la ringraziereste una che vi chiama "mostro"?! Io, sì)
A chi conosce l'esatta razione da mettermi nel piatto.
Alle mie due sorelle, a entrambe. Che non ho mai saputo scegliere a chi delle due volessi più bene ma che ho a lungo imitato. Siete il mio esempio.
Grazie a chi mi regala un vasetto di more come scusa per salutarmi. E a chi, con pazienza, risponde a ogni mio sondaggio.
Alla pazza che aiuta i pazzi.
Alla buona Mancini, che è buona per davvero.
E pure a quella che se non tira da metà campo mica se ne va eh!?
Alla più bella (che in spagnolo non so tradurre).
A chi mi fa scrivere le lettere e nasconderle nel palloncini.
A Emanuele: lo sapete che quello è amico mio, sì!?
A Jeje che ha capito solo oggi che sono un genio per davvero.
A chi mi chiama "cuccioletta": sai quanta stima abbia nei tuoi confronti.
A chi sta a ogni mio scherzo. Bello che sei Topino.
A chi riesce sempre a strapparmi un basetto.
A Sissi, la principessa. L'unica.
Alla neuropsicologa che ciondola.
A papà, che se lo legge piange.
A mamma, sennò chi la sente.
A chi continua a dirmi che sono inaffidabile. Grazie.
A voi che vi siete alzati presto e che mi rendete tutto più facile.
Alle palle che vi ho fatto cascare che mo' vi raccogliete da soli.

..che a parte le cavolate con le quali farcisco i social da quella che sembra essere una vita, mi piacete un sacco ed io vi sono grata.

Ho scritto questo post alle 2.00 del 20 Ottobre 2018 e non l'ho riletto.
Mi piace pensare che sia uscito di getto.
E quando vi leggerete tra le righe ed io, probabilmente, starò ancora con le mani in tasca, guardatevi: siete la mia festa.

Ora veloci che oggi mi gioco la finale. E fate gli auguri a Ilaria che compie gli anni.

#StaySerena






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